F1E 2015


Dopo averlo tanto inseguito... Italia Campione del mondo 2015
Dopo una rincorsa durata anni, dopo aver sfiorato il podio in moltissime occasioni, dopo aver perso altrettante occasioni o per sfortuna o per “ansia da prestazione”, nel 2015 è finalmente arrivata la tanto agognata vittoria: l'Italia è CAMPIONE DEL MONDO della categoria F1E. Sia junior che senior, fatto questo mai avvenuto in questa specialità.
Il fatto epocale è avvenuto in Serbia sul difficile pendio di Zlatibor, ridente località turistica a sud di Belgrado, ove si trovano strutture turistiche estive ed invernali. L'appuntamento era alla fine di agosto, precisamente dal 23 al 29 compreso il viaggio, le punzonature, la cerimonia di apertura di rito, una gara di coppa del mondo tanto per testare il pendio, ed infine il banchetto della premiazione. Giorni effettivi di gara il 26 ed il 27 per i due campionati junior e senior.
La premessa non è stata proprio delle migliori, con la gara del 24 agosto che ha visto impegnati gli azzurri senior ed alcuni accompagnatori più uno junior. C'è da dire però che mai come quest'anno si avvertiva una voglia di far bene ed una unità di squadra. I modelli lanciati nella gara del 24 non erano certo quelli “buoni”, e l'occasione è stata ottima per provare i modelli di riserva, o qualche soluzione di centraggio. Pertanto all'appuntamento delle gare mondiali i modelli erano ben collaudati e soprattutto i concorrenti ben determinati.
Il pendio di Zlatibor si apre su oltre 180 gradi, e quindi regge il vento di dinamica da più direzioni. Così è stato sia per la gara junior che senior, il che ha però reso la competizione molto complicata in quanto si è dovuto di volta in volta ri-tarare il direzionale magnetico, capire l'esatta velocità del vento, capire le alterazioni del pendio che provocano turbolenze ecc. ecc. Che la gara non sia stata semplice per nessuno lo si vede scorrendo le classifiche, dove gli errori ed i “buchi” sono innumerevoli e ben distribuiti. Ma si sa che in questa specialità vince chi sbaglia meno.
I tre junior italiani capitanati da Antonio Borchia sono molto ben preparati: Angelo Sartori al quarto lancio ha ancora tutti tempi “pieni”, poi a seguire Davide Gasparoni che ha mancato di pochissimi secondi due lanci, poi ancora Fabio Costalunga al suo esordio in un campionato del mondo, che sbaglia il quarto lancio ma è comunque sopra la metà classifica. Schierati a supporto e recuperatori ci sono sia la squadra senior che Maurizio Tomazzoni, Romeo Sartori ed gli apprensivi parenti dei giovani, col loro fondamentale supporto automobilistico.
All'apertura del quinto ed ultimo lancio siamo consapevoli di essere in testa a squadre, e Antonio Borchia fa partire i nostri giovani con modello zavorrato a causa di un aumento graduale del vento. Ottimo il lancio di Davide Gasparoni, meno bene Fabio Costalunga, e purtroppo grave errore di Angelo Sartori che getta la comitiva italiana nello sconforto. A tutti è balenata in testa l'immagine purtroppo già molte altre volte vista, di una vittoria che pareva a portata di mano e all'ultimo lancio è sfumata. Ci dirigiamo mestamente al tabellone della classifica ufficiale per vedere cosa hanno combinato gli altri, e arriva la sorpresa... positiva. Primi, perché è stata dura per gli italiani, ma anche per gli altri. Grande contentezza e festeggiamenti ma con la mente al giorno seguente quando tocca ai seniores. Il risultato individuale vede ancora una volta un quarto posto, ma almeno questa volta l'inno di Mameli è garantito a squadre.
Al mattino del 27 agosto il vento fa quel che vuole. La giuria internazionale, composta da Andras Ree (Ungheria), presidente, Marius Conu (Romania), Srdjan Pelagic (Serbia) e direttore di gara il serbo Nikola Borovac, decide di far partire la gara dal punto opposto a quello del giorno precedente. L'ordine di partenza degli italiani è fissato con Mara Straffelini per prima, quindi Giuseppe Berto, e ultimo Eligio Baù. Precedenza alle signore giustamente, ma Mara non delude le aspettative e come sua abitudine non fa passare molto tempo e lancia. Questa parte del pendio è però molto difficile, tanto che Eligio Baù incappa già in un piccolo errore.
Il secondo lancio è quello che fa la classifica. Il vento inizia a girare ma la giuria riapre i lanci nello stesso punto. Mara lancia immediatamente, poi parte Giuseppe Berto che a dispetto di una condizione impossibile ottiene un tempo eccellente. Il vento intanto cambia definitivamente direzione ed è negativo. Assistiamo impotenti ad una ecatombe di modelli, ma abbiamo in serbo il colpo segreto. Quando mancano pochi minuti alla chiusura del lancio, Eligio Baù direziona il modello col vento in coda nel punto più distante e più profondo del pendio. Risultato: uno strepitoso 293 su 300 secondi che proietta l'Italia in testa alla classifica a squadre.
Cambia il punto di lancio ma la nostra concentrazione no. Tutto pare filare liscio sempre con l'attenta supervisione del caposquadra Antonio Borchia e gli indaffaratissimi recuperatori inanellando solo “pieni” fino al quarto lancio. A questo punto però il modello di Mara dopo la perfetta discesa in antitermica, sparisce. Segue una intensa ricerca con gps alla mano, ma infruttuosa. Dobbiamo constatare il furto e resta appena il tempo per montare il modello di riserva e fare una piccola prova. L'apprensione è molta perché gli equilibri di gara portano a ritoccare lancio dopo lancio l'assetto del modello. Ripartire con uno nuovo è sempre un azzardo. Quando Mara si presenta sul pendio siamo tutti in ansia, anche perché il vento è aumentato. Lei però sfodera la sua freddezza determinata, zavorra il modello e lancia scegliendo un momento in cui nessuno è in volo, lasciando tutti di stucco. Il lancio è un capolavoro al punto che dopo qualche secondo, vedendo come si librava in aria il modello di Mara, lanciano anche tutti i concorrenti che erano in attesa a terra. Col risultato che l'unico modello correttamente zavorrato e direzionato era proprio quello di Mara, mentre tutti gli altri veleggiano verso il disastro. Chi finendo alle spalle, chi sbagliando direzione, chi per aver zavorrato troppo.
Eravamo già primi a squadre, ma questo lancio aumenta il distacco. Festeggiamenti dopo il lancio anch'esso perfetto di Eligio Baù, e preparazione per lo spareggio dove accedono in quattro. Senza il modello titolare purtroppo accade quel che per fortuna non è accaduto al lancio precedente, ovvero un blocco del magnete con un pezzo scollato, e conseguente quarto posto individuale per Mara Straffelini.
Manca il risultato individuale e restano due quarti posti, ma la doppia vittoria a squadre è un fatto senza precedenti che non può che far bene al movimento degli aeromodellisti del pendio volo libero. Finalmente l'Italia entra nel novero delle grandi nazioni di questa specialità: sul podio senior si piazzano Francia e Germania e quarta la favoritissima Polonia, mentre nella classifica junior l'Italia precede Polonia e Slovacchia.
La piazza centrale di Zlatibor scelta per la premiazione è gremita di curiosi, che per questa volta ascoltano l'inno italiano per ben due volte. Una emozione per tutti: concorrenti, accompagnatori, parenti.

La coppa del mondo
Prima del successo al Campionato del mondo ci sono stati molti appuntamenti per gli appassionati del pendio col magnete. Anche se quest'anno la coppa del mondo è stata meno frequentata che negli anni scorsi. Nessun italiano partecipa all'impegnativa trasferta statunitense, e quindi il primo appuntamento è con le gare europee: le prime due si tengono sul nuovo pendio di Větrníky, presso Olomuc in Repubblica Ceca, il primo fine settimana di marzo. Il clima è mite a dispetto del nome delle gare: “Winter cup I° e II°”, la brezza incerta e la gara complicata dalla facilità di finire su di un boschetto posto in fondo ad una piccola vallata. Ne sa qualcosa Mara Straffelini che ha centrato ben 4 alberi in due giorni, con relative scalate e un modello rimasto tutta la notte sui rami. Il risultato di queste prime gare è un terzo posto di Maurizio Tomazzoni che fa ben sperare per il proseguo della stagione, ma che in realtà si rivelerà un falso segnale, anche se qua e là qualche podio arriva.
L'11 ed il 12 aprile si torna in Germania ad Oberkotzau dopo un anno di stop a causa di stagioni sregolate, ed ecco un altro buon risultato: il secondo posto di Michele del Fabro dopo due spareggi con Marian Popescu, ed un sesto di Danilo Barbieri che su questo pendio ha l'abitudine di piazzare qualche buon colpo.
Altre gare estere non ci vedono coinvolti causa lavoro e altre difficoltà, ma la nuova formula del Campionato italiano in 7 prove, consente a tutti di avere molte possibilità di misurarsi con la specialità. Da maggio a settembre infatti arrivano gli appuntamenti con il Campionato italiano.

Inizia il Campionato italiano
La prima prova di Campionato italiano si svolge come tradizione sul monte Sisemol a Gallio, sull'altopiano di Asiago. In verità le prove avrebbero dovuto essere due, poiché da quest'anno il campionato passa a sette prove sull'esempio dell'estero dove i fine settimana sono sfruttati intensamente. Ma il tempo clemente del sabato 2 maggio non si ripete la domenica 3. Una fitta nebbia avvolge l'altopiano coprendo in particolare le cime dei rilievi che lo caratterizzano. Quindi la gara è unica, e vede subito Giuseppe Berto mettere le cose in chiaro con una limpida vittoria davanti al “padrone di casa” Romeo Sartori, anima e motore instancabile del Gruppo Aeromodellisti Laverda di Thiene, che organizza questa prova per la 35° volta consecutiva.
A seguire il 13 e 14 giugno ci sono le due prove dei monti Lessini, organizzate dal GAR di Rovereto, entrambe valide sia per il campionato italiano che per la coppa del mondo. Anche in questo caso l'organizzazione affonda le sue radici nel passato. A dispetto del nome, la prima gara si chiama infatti “10° coppa Primavera”, essa è l'erede diretta della mitica “coppa Stella d'Italia” iniziata nel 1949 sugli altopiani oramai urbanizzati sopra Folgaria. In questa prima gara internazionale dietro la tedesca  Christine Winker si piazzano Romeo Sartori e Michele del Fabro, che si garantiscono anche la vittoria a squadre per il Laverda Thiene. Meno bene per gli italiani finisce il giorno seguente la “5° Volare Lessini”, disputata in condizioni estreme a causa del forte vento trasversale, che vede primo degli italiani Remigio Lucchini, undicesimo. Ancora una volta il vento ci penalizza.
Il 18 e 19 luglio si ritorna sui Lessini a disputare la quarta prova di campionato italiano, ed a recuperare la gara non svolta a Sisemol a maggio. Il clima è magnifico con l'altopiano fresco a dominare dall'alto la pianura afosa e coperta dalla foschia. Ne escono due belle gare, col solo neo dell'eccessiva presenza di turisti che stentano a capire che i modelli non vanno manipolati o smontati in assenza del proprietario. Nella prima vince Danilo Barbieri davanti a Giuseppe Berto e Antonio Borchia, col gruppo di Treviso sempre più lanciato anche per la conquista del campionato italiano a squadre, nella seconda Amedeo Berto ritorna alla vittoria dopo un periodo di pausa forzata, ed è un ritorno veramente gradito, davanti ad Eligio Baù e Remigio Lucchini.
Il campionato dopo 5 gare è apertissimo con un grande alternarsi di concorrenti sul podio, anche se Giuseppe Berto sembra difficilmente superabile. La formula delle tante gare è l'ideale sia per motivare i concorrenti alla trasferta, sia per tenere vivo il campionato. Ma soprattutto per l'allenamento che ne consegue: i risultati del Campionato del mondo sopra descritti stanno a dimostrarlo.

Le ultime trasferte di coppa del mondo
Settembre è il mese più denso di appuntamenti per l'F1E. In particolare ci sono le gare in Francia ed in Polonia. Queste ultime sono addirittura tre, e rappresentano la fine della coppa del mondo. Due coraggiosi partecipano, anche se quest'anno i risultati scarseggiano. In Francia a Tourtenay nelle due prove del 12 e 13 settembre di “Poitou Charentes” e di “Poitou Moncontour”, a Maurizio Tomazzoni riesce l'impresa di piazzarsi per ben due volte sedicesimo quando i punti di coppa del mondo arrivavano solo ai primi 15. Non va molto meglio in Polonia la settimana dopo, quando il 18 settembre si svolge la “Friendship Cup of Ukraine”, organizzata dall'aeroclub Ucraino, e poi a seguire la “Toszek Cup” il 19, ed il 20 settembre la “16th Governor's Cup”. Alla fine un paio di risultati fra il 9° ed il 10° posto equamente distribuiti tra Maurizio Tomazzoni e Mara Straffelini, ma a conclusione Mara risulta essere prima nella classifica femminile che ha sommato le tre prove, davanti ad un nutrito lotto di giovani ucraine, polacche, slovacche e rumene. Un risultato consolatorio, che è servito più per andare a conoscere i pendii che per la classifica internazionale oramai già compromessa fin dalla primavera.

La conclusione del Campionato italiano e le considerazioni finali
L'ultima prova di campionato italiano è ancora a Sisemol, nel comune di Gallio: si tratta della “1° coppa Comune di Gallio” e dopo alcuni rinvii causa maltempo, si svolge il 24 ottobre in una magnifica giornata del tardo autunno. Vince Giuseppe Berto che per il terzo anno consecutivo si conferma Campione italiano della specialità F1E. Seconda è Mara Straffelini dopo una opaca stagione riscattata però dalla vittoria al campionato del mondo, terzo è Remigio Lucchini.
In campionato italiano dietro Giuseppe Berto ci sono Romeo Sartori ed Eligio Baù, mentre a squadre l'AMT Treviso con Giuseppe ed Amedeo Berto supportati da Franco Brumat vince alla grande, seguito dal Laverda Thiene di Romeo Sartori, Eligio Baù e Michele Del Fabro, e terzo il Fly-GAR di Mara Straffelini, Antonio Borchia e Maurizio Tomazzoni.
Dal punto di vista sportivo la conclusione doverosa è di enorme soddisfazione per il risultato internazionale oltre che per un campionato combattutissimo fino all'ultimo lancio, anche grazie alla nuova formula. Campionato che ha visto la partecipazione dei giovani che sebbene un po' più in ombra sportivamente parlando, rispetto all'anno scorso, sono ben presenti e soprattutto sono in leggera crescita. Da annoverare in particolare i due fratelli Costalunga che sono più di una buona promessa, ed anche la giovanissima Elisa Vanzo che si è affacciata a qualche prova della specialità.

Infine una nota triste: quest'anno ci hanno lasciato due carissimi amici del pendio. Entrambi ritirati da tempo dalle competizioni per vicissitudini personali, ma sovente presenti sul pendio a fornire il loro apporto di simpatia e saggezza. Sono Antonio Ghiotto e Roberto De Castiglione. Il primo un aeromodellista d'altri tempi sia per la bravura in gara che nella costruzione dei modelli. Di lui sono note le gare già sulla Stella d'Italia nei primi anni '60. Il secondo animato da vera passione è stato per qualche anno responsabile e caposquadra della categoria, e comunque sovente affezionato accompagnatore delle trasferte all'estero.
Li ricordiamo con tanto affetto. Entrambi hanno agganciato la termica che non ritorna. Da lassù vedranno i nostri piccoli voli.

Maurizio Tomazzoni

 


Modello in volo


La squadra italiana prima della gara


La squadra italiana moooolto sorridente dopo la gara


Il podio degli junior, da sin: Fabio Costalunga, Antonio Borchia con la coppa del mondo, Davide Gasparoni e Angelo Sartori


Il podio senior, da sin: Eliglio Baù, Mara Straffelini, dietro Antonio Borchia con la coppa, Giuseppe Berto


L'equipe italiana al completo e felice


Mara Straffelini si prepara al lancio


Mara Straffelini ha appena lasciato il suo quinto lancio


Il caposquadra Antonio Borchia non perde di vista alcun modello


Eligio Baù prepara il lancio


La torta-sorpresa per celebrare la vittoria


Mara Straffelini addenta il dolce trofeo


Il campione italiano 2015 Giuseppe Berto