Giuseppe Leoni è il Presidente di AeCI

      Sabato  25 luglio l’Arch.to Giuseppe Leoni ha firmato al CONI il documento che lo insedia, o meglio, lo reinsedia ai vertici dell’Aero Club d’Italia dopo essere stato eletto a tale carica nell’Assemblea dei Presidenti di Aero Club nel 2017 e quindi, finalmente, dopo anni di turbolenza, l’AeCI dovrebbe tornare ad essere operativo e speriamo efficiente.
      Con il che si chiude, in maniera definitiva, una delle stagioni più travagliate di questo Ente con ciò smentendo anche coloro che nel nostro Paese sono abituati per proprio tornaconto a rimestare nel torbido.
      A tal proposito basta ricordare un editoriale apparso su una rivista di settore l’anno scorso ed avente come titolo “le solite acrobazie un pò sgarruppate dei soliti noti” e che così sentenziava: “… se qualcuno in questa pazza estate a base di papeete, culi, tette e moijto che scorre a fiumi ha pensato ad una rentrèe in grande stile…beh, temo che abbia pensato male.”
      I soliti noti ovviamente sarebbero il sottoscritto, reo di aver ospitato Giuseppe Leoni alla inaugurazione del 31° Campionato del Mondo F3A a Calcinatello,  e la rentrèe era altrettanto ovviamente riferita al suddetto Giuseppe Leoni, tra l’altro sbertucciato senza ritegno alcuno sempre in quella perla di editoriale, ma, a parte il linguaggio non certamente oxfordiano, quel noto profeta  dei poveri si è dimostrato ancora una volta, quanto meno,  avventato in quanto detta  “rentrèe” è infatti avvenuta.
      A parte questa miseria nostrana, al Presidente AeCI spetta oggi un compito non semplice perché, complice anche il Covid 19, la situazione dell’aeromodellismo in Italia è ai minimi storici: gare nazionali ed internazionali sospese, niente manifestazioni, niente campionati, categorie allo sbando, regolamenti APR che vanno e che vengono e via discorrendo.
      Il suo compito non sarà facile ma se trova le persone e le condizioni giuste qualcosa di buono avverrà perché l’ambiente è fondamentalmente sano e dopo la tempesta c’è sempre il sole.

Adolfo Peracchi