Luca Grossi campione del mondo a Landres (Francia)

      La notizia che fin dai primi lanci Luca aveva ottenuto la velocità stratosferica di 302,9 kmh  nel Campionato del Mondo di velocità (F2A in sigla internazionale) aveva fatto saltare di gioia tutti coloro che conoscevano questo piccolo (grande) mondo del Volo Vincolato Circolare perché sapevano che ben difficilmente qualcuno avrebbe superato il nostro grande velocista italiano.
      E quando è giunta la conferma che nonostante i numerosi tentativi fatti dagli agguerriti avversari, ungheresi ed inglesi in testa, Luca era il nuovo Campione del Mondo la gioia è stata sostituita dall’apprezzamento, dall’orgoglio, dalla soddisfazione, dall'ammirazione  per questo nostro atleta nato nella terra dei motori (Emilia o Romagna che sia) che ha riportato in Italia il titolo di campione del mondo della velocità già appannaggio di altri nostri campioni come il lombardo Ugo Rossi ed il Toscano Giancarlo Ricci quando il Volo Vincolato Circolare ed in particolare la categoria della velocità era in auge.
      Il titolo conquistato quest’anno da Luca Grossi, almeno per me, ha un sapore differente e molto più importante in quanto a differenza di Rossi, titolare dell'omonima ditta di Cellatica (Bs) che costruiva motori (Rossi 15) proprio per la velocità al pilone e di Ricci, prima felicemente accasato alla Supertigre che a Bologna costruiva anch’essa motori da velocità e poi passato proprio alla Rossi per potersi fregiare di questo prestigioso titolo, Luca ha conquistato il Campionato del mondo 2019 senza l’aiuto di grandi aziende produttrici.
      Infatti, poco a poco, capitalizzando al massimo l’impegno del padre Sergio, da anni il meccanico guru della velocità in VVC,  è diventato il polo d’attrazione dei velocisti italiani, ormai pochissimi ma di eccellente valore.
      La recente vittoria di Luca è frutto di un' applicazione continua, della politica dei piccoli passi, di fatiche reiterate negli anni, di poche delusioni e tante soddisfazioni sia in Italia che all’estero in quanto la sua “carriera” di predestinato è emersa prepotentemente nel 2004 a Muncie nell’Indiana (USA) quando nel Campionato del Mondo per concorrenti Junior (sotto i 18 anni di età quindi) aveva conquistato meritatamente il primo posto ma, per strana burocrazia, il titolo non gli era stato attribuito direttamente sul campo ma solo l’anno successivo a Losanna, presso il Museo Olimpico sede del CIO dove la foto di Alberto Tomba accoglie i visitatori e gli addetti ai lavori, durante una cerimonia molto spettacolare ed al cospetto di tutti i delegati Internazionali che partecipavano al Bureau di quell’anno, consegnandolo quindi ad un successo in … mondovisione.
      La mia soddisfazione per il risultato ottenuto da Luca e Sergio è ingigantita dal fatto di essere stato presente nel 1974 in Czechoslovakia (all’epoca ancora unita) quando Campione del Mondo era diventato Ricci con al secondo posto l’altro grande italiano Ugo Dusi, a Muncie in USA quando Luca è diventato campione del Mondo Junior , a Losanna in Svizzera quando è stato così proclamato con merito e, pur  non essendo presente a Landres, voglio comunque  abbracciarlo e dirgli, anche come suo ex caposquadra, che in questi anni, con suo padre,  ha fatto un grandioso e meraviglioso  lavoro.
Grazie Luca, grazie Sergio a nome di tutto l’aeromodellismo italiano.

      Adolfo Peracchi


la squadra italiana di VVC a Muncie (USA) nel 2004