Cos’è un DLG od aliante da pianura, che dir si voglia, orami è cosa risaputa e sinceramente si rischierebbe di ripetere all’infinito le stesse cose e concetti.

Quello che invece vorrei raccontare è la bellezza di un modo di vivere l’aeromodellismo del tutto differente e delle sensazioni di odio e amore che suscitano questi modelli.

Come più volte ho detto la colpa od il merito di questa mia passione, questo sta a voi deciderlo, è da attribuire ad un amico di vecchia data che mi fece conoscere questo tipo di aeroplani.
Il DLG è un modello che richiede tempo ed attenzione; chi li osserva volare crede che sia tutto molto facile, ma non è proprio così.

Parliamo del modello: deve essere costruito nel migliore dei modi affinché sia possibile sfruttare al meglio le “termiche” o “le bolle d’aria”, al contempo deve essere robusto e capace di resistere alle enormi forze che subisce durante la fase di lancio.

Il connubio tra performance e robustezza è una sfida che ogni giorno i costruttori affrontano e cercano di vincere. Oggi si cerca di trovare profili che consentono un buon rateo di salita, ma che in aria siano in grado di sfruttare la pur minima ascendenza. La tendenza è quella di favorire i profili con corda alare più “stretta” e con piani di quota e deriva ridotti al minimo.

Anche il fatto di avere il direzionale fisso è una scelta dettata dalla necessità di avere una maggiore performance del modello. La soluzione di avere il direzionale fisso per molti è quasi una bestemmia ma sicuramente in fase di lancio ha i suoi benefici; di contro il setup del modello risulta essere più difficoltoso.

Proprio il setup del modello potrebbe sembrare machiavellico; tra setup delle escursioni, mix alettoni-cabra, differenziale alare, fasi di volo e C.G. c’è da lavorare per più di un giorno.
Un DLG mal settato non vola, non segnala le termiche e non sale; insomma una cassetta della frutta vola meglio.

Il più delle volte ci si scoraggia, dopo essere andati al campo di volo ed aver perso giorni interi con un modello che non ne vuol sapere di volare che magari è indomabile in termica, costringendoti ad un lavoro di pollici degno della più abile ricamatrice. E’ proprio in questi momenti che ci si domanda: “ma chi me lo fa fare?!?!?!?, neanche me l’avesse ordinato il dottore…………….$#$5$%&£$%@@!!

Quando i risultati non si vedono ti coglie lo sconforto e ti rendi conto che forse “se lo sbatti al muro non faresti un soldo di danno”, ma una passione è una passione e tutti quanti lo sappiamo molto bene.

Stai lì sotto il sole stanco come non mai, hai fatto migliaia di lanci ma il modello non ti soddisfa, poi ti armi di santa e buona pazienza e piano piano inizi a vedere dei piccoli ed incoraggianti risultati.

Quindi per un ennesima mattina vai al campo di volo, per settare il modello, sei solo e l’unico rumore è quello delle macchine dell’autostrada in lontananza; monti il modello, accendi la radio e dopo un breve controllo, “si, se move tutto”, ti dirigi verso il centro del campo.

Lancetto a giavellotto, giusto per vedere se è tutto ok, “forse du tacche di trim a picchiare”, e ti ritrovi con il modello in mano.

Fase di lancio e vai.  Il modello sale, non troppo perchè non hai voluto forzare, rimessa del modello e metti la fase crociera, lui si piazza e va’ avanti.

Dopo qualche metro il modello avanza veloce, “troppo”, fase di termica, lui rallenta, quasi si siede ma vola bene; fai una virata, liscia come l’olio, non scampana e non sprofonda “cavolo ho azzeccato il differenziale, era ora!!!!”, altra viratina dall’altra parte, stesso risultato, dritto come un fuso “eh si!!, il differenziale alare c’è!”. E’ ora di atterrare e rilanciare “questa volta seriamente”.

Fase di landing, il modello punta il naso verso il basso, gli alettoni scendono e lui praticamente si ferma e ti viene in contro piano piano, come un gatto in cerca di coccole, “sembra quasi che faccia le fusa…..” e lui si ferma sulla tua mano.

“Questa volta si lancia sul serio” fase di lancio, si carica e si gira; questa volta si sente il fischio delle ali durante il lancio ed il modello sale, la quota: forse qualche metro in più sarebbe meglio, non basta mai, poi rallenta “è il momento”: levo la fase di lancio e rimessa del modello, metto subito la fase di termica ed il modello si piazza lì; piano piano avanza, sembra che stia fiutando le termiche, “e daje, famme sognà”.

Il modello avanza, poi l’ala destra traballa e poi si alza, “ORA!!!!!!!!!!!!”. Viro a destra, imposto l’angolo di virata ed inizio a girare prima stretto poi piano piano, riduco l’angolo di virata, “salgo” “salgo” poi “scendo” “scendo”, “cavolo è più avanti (la termica) è a sinistra”.

Secondo giro, un po’ più largo, ci sono dentro o come direbbe Nicola, “A emya che ce sei cascato dentro ??”, “Si, ma non è fortuna!! Me so ammazzato l’anima per avere un modello cosi”.

Terzo giro, il modello sale e si fa sempre più piccolo, “Però stò setup va bene!!! Ci siamo ora si gioca e ci si diverte pure !!!!” e ci si sente appagati.

Ripeto questa categoria è probabilmente una delle più complicate e sicuramente non c’è spazio per improvvisazioni, ecco perché abbiamo sempre cercato di avere momenti d’incontro, per scambiarsi impressioni, provare il modello di altri e confrontare il proprio con altri modelli. Questo non può che farci crescere, non con l’obbiettivo di essere più bravi degli altri ma solo per migliorarsi e divertirsi sempre di più.

Nell’ottica di creare momenti d’incontro, di crescere e far crescere si è pensato di creare un Trofeo che con la scusa della “gara” ci consenta d’incontrarsi e fare due lanci in compagnia.
Il trofeo è stato pensato anche per chi voglia avvicinarsi alla categoria, al fine che i più esperti siano a disposizione per consigliare nel migliore dei modi.

Proprio per rispettare lo spirito goliardico, la voglia di divertirsi e giocare è stato dato il nome di Trofeo Grattachecca, anche per via del forte legame che ha il trofeo con i ragazzi Romani ideatori del trofeo stesso.

Da qualche anno il trofeo si ripete e di persone ne sono passate; molti mollano e si scoraggiano ma chi rimane cresce e si appassiona ogni giorno sempre di più.
La stessa FIAM, apprezzando lo spirito del Trofeo Grattachecca, ha voluto con un gesto tangibile e concreto dare il suo contributo al trofeo.

Il 25 Ottobre 2015 si è tenuta a Fiano Romano la finale del Trofeo; il vincitore è stato Simone Cavallo, a solo 0,25 millesimi di punto si è piazzato come secondo Stefano Flego, mentre al terzo posto c’è la “new entry” Tiziano Baldelli.

Per quest’anno il Trofeo si conclude nel migliore dei modi, le nuove leve stanno già preparando i modelli per l’anno prossimo ed hanno una gran voglia di mettere in pratica quanto appreso e magari, “con una certa soddisfazione”, portare a casa qualche risultato e strappare qualche 1000 ai big del Trofeo.

Tutti i partecipanti al trofeo sono grati a FIAM per aver supportato il Trofeo ed al campo di volo G.A.A.Pallini per averli ospitati nel migliore dei modi … come sempre d’altronde.

Non ultimo un pensiero và all’amico Filippo, in arte fillis, che ci ha lasciati prematuramente qualche anno fa; il suo modo di fare ed essere è sicuramente lo spirito del Trofeo.
Ancora lo ricordo con i suoi mini DLG auto costruiti (il mimi) a contendersi con i big della categoria, con modelli blasonati, una termica e il 1000 nella task.
Ciao Filippo.

Emiliano M.